come viene utilizzata la pianta di canapa sativa

La storia dell’utilizzo della canapa dall’origine ad oggi

La canapa è una pianta con una storia lunga e controversa. Nel tempo questo esemplare è stato utilizzato per diversi scopi, che vanno dall’uso ricreativo attraverso un mezzo di rilassamento e meditazione, al suo utilizzo nella cura di varie malattie o nel sollievo di processi legati a certi tipi di disagi. Sebbene si presumesse che la pianta avesse la sua origine in Mesomerica, è ora noto che si tratta solo di una leggenda metropolitana con poca credibilità, e che le sue origini possono essere registrate in riferimenti medici cinesi datati intorno al 2737 a.C. La cannabis Sativa (questo il il suo nome botanico) contrariamente a quanto si supponeva proviene dall’Asia centrale, e per più di 5.000 anni ha fatto il giro del mondo per scopi diversi. La storia di questa pianta è stata il prodotto di diversi contesti e interessi in molti paesi. Vogliamo offrire al lettore qui una breve storia della marijuana in Occidente, così come alcuni usi che le sono stati dati.

Le origini dell’utilizzo della canapa

La canapa rappresenta una delle sostanze psicoattive più utilizzate. Il suo uso è variato a seconda della cultura che lo ha utilizzato o continua a utilizzarlo, dalla produzione di corde all’uso medicinale o alla dipendenza. L’uso della canapa per fare vestiti, carta e per produrre oli e cibo ha più di 5.000 anni; ciò è confermato da tracce di tessuti ricavati da fibre di cannabis rinvenute in Cina e Turkestan. Dopo essersi diffusa in Cina, la marijuana raggiunse la Corea (2000 a.C.) e l’India (1000 a.C.) dove veniva utilizzata per i tessuti, come fonte di cibo e per l’elaborazione di medicinali. Nel 1400 a. di C. la coltivazione si diffuse in Medio Oriente. Gli Sciti un popolo nomade indoeuropeo, inalavano la combustione della marijuana per curare malattie, per riti e feste religiose. Queste persone hanno portato la cannabis nella Russia meridionale e in Ucraina, e da lì si è diffusa in Europa.

La canapa arriva in occidente

Il primo contatto dell’America con la cannabis avvenne attraverso Cristoforo Colombo, che trasportava nelle sue barche circa 80 tonnellate di vele e corde di canapa. Curiosamente, il quotidiano La Vanguardia menziona che si possono vedere foglie di marijuana nel monumento a Colombo a Barcellona. Successivamente, durante il periodo dei conquistadores (nel 1521 circa), Hernan Cortés importò varie piante dall’Europa e dall’Asia tra cui la cannabis sativa per rilanciare l’economia della Nuova Spagna. Data la rapida crescita della coltivazione della canapa, i religiosi si dimostrarono molto interessati ad essa, visto che gli indigeni la utilizzavano per curare varie malattie. Ciò, infatti serviva a questi ultimi non solo per espandere la loro produzione agricola, ma anche per ottenere un maggior introito monetario e pagare quindi le tasse imposte dai latifondisti che le esigevano.

Gli usi attuali della canapa

Oltre all’uso strettamente industriale della canapa (corde, manufatti e laterizi), anche quello ricreativo e medico risale a diversi millenni nel passato. Nelle culture indiana, persiana e romana ad esempio la cannabis sativa veniva usata per alleviare vari disturbi come gotta, reumatismi, sindrome premestruale, dolori, infezioni e malaria. Documenti risalenti all’anno 2900 a.C. in Asia parlano dell’uso della cannabis come anticonvulsivante; delle gocce nasali sono state prescritte in Arabia (1877) per alleviare le crisi epilettiche. Nel Regno Unito invece ci sono dati scientifici in merito, in cui viene descritto che la somministrazione di tre dosi giornaliere (9,8 grammi) di Cannabis Indica e per un periodo di sei mesi è in grado di controllare le convulsioni in un paziente resistente al bromo. A margine vale la pena aggiungere che oggi i principali usi della canapa si riferiscono alla produzione di tessuti, carta, materie plastiche, vernici, svariati tipi di combustibili (biomasse) e materiali altamente biologici ideali quindi per l’edilizia ecosostenibile.

Autore dell'articolo: FA