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Venosa: 5 cose da vedere nella città di Orazio

Carpe Diem, quam minimum credula postero

Il famoso poeta romano Orazio che scrisse questi celebri versi, nacque proprio nell’antica Venosa nel 65 a.C. dove il turista può andare a visitare quelli che sono i resti che, tradizione vuole, siano quelli della sua casa natale.
Autentica o no la storia, Venosa è una cittadina il cui centro storico è ricco di monumenti e di luoghi che le hanno permesso di entrare a far parte dei Borghi più belli d’Italia.
Le tracce di questa città sono risalenti a ben seicentomila anni orsono, come dimostrato dalle testimonianze presenti nel vicino Parco Paleolitico di Notarchirico anche se la sua fondazione è quella operata da meno remote popolazioni di origine latina.
Il piccolo centro storico cittadino cattura l’interesse del visitatore che può fare un salto all’indietro nel tempo e andare alla ricerca di mitiche leggende popolari che tuttora avvolgono Venosa. Ma cosa effettivamente vedere di così tanto interessante in questo borgo dalle antiche origini?
Questi sono i nostri suggerimenti che meritano di essere considerati degli spunti per un prossimo viaggio a Venosa.

Alla scoperta di Venosa, borgo tra i borghi

Un punto di riferimento della città è il Castello Aragonese, vero e proprio tesoro architettonico risalente alla fine del XV secolo. Voluto dal duca Pirro del Balzo, nel XVII secolo la famiglia Gesualdo che ne era allora la proprietaria, fece mutare la destinazione d’uso trasformando quella che era stata una severa fortezza, in una residenza nobile. Il Castello Aragonese è sede di un interessante Museo Archeologico e della Biblioteca Comunale.
Ubicata nelle vicinanze del borgo si trova la Santissima Trinità, un meraviglioso complesso religioso che sin dalla fine dell’Ottocento è monumento nazionale per via della sua bellezza.
Il complesso è formato da due chiese, una chiamata Chiesa Antica perché risalente all’epoca paleocristiana e che ospita le spoglie della famiglia Altavilla e di Aberarda, la ripudiata moglie del Guiscardo; e la Chiesa Nuova, conosciuta anche come Incompiuta, costruita tra l’anno Mille e il Millecento per ampliare la Chiesa Antica ma mai finita di edificare.
Non passano inosservate a Venosa, alcune belle fontane come la duecentesca Fontana Angioina costruita in onore di Carlo I D’Angiò per via del suo soggiorno effettuato tra il 1271 e il 1272. È caratterizzata per la decorazione che vede due leoni che poggiano su di un ariete.
Interessante anche la Fontana di Messer Oto, costruita per re Roberto D’Angiò e la cinquecentesca Fontana di San Marco.
Il Parco Archeologico che si trova vicino alla Santissima Trinità merita una visita per la presenza di testimonianze che partono dal periodo repubblicano fino all’epoca del Medioevo. La visita prevede anche il complesso termale, arricchito dal frigidarium, il cui pavimento mostra figure di animali marini e il calidarium, caratterizzato da pilastri in mattone.
Sempre con lo sguardo volto al passato, suggeriamo la visita delle Catacombe ebraiche, risalenti tra il III e il VII secolo d.C. che si trovano sulla Collina della Maddalena e dell’Anfiteatro Romano, eretto tra il I e il II secolo d.C. la cui capacità rasentava le diecimila presenze.
Per concludere la visita di Venosa, è bene ammirare alcuni edifici storici presenti in città come il seicentesco Palazzo Calvini che vide nei secoli a seguire, interventi di modifica e di restauro e che oggi ospita il Comune.
Da non perdere quella che è la supposta casa di Quinto Orazio Flacco risalente al II secolo d.C. costituita da due camere adiacenti che rappresentano un piccolo gioiello d’arte a livello architettonico e facente parte, un tempo, di un complesso termale.

Autore dell'articolo: Eleonora