Regime forfettario

Regime forfettario: a chi conviene aprirlo?

Il regime forfettario è una tipologia di sistema fiscale a cui è possibile aderire quando si apre la partita IVA. Consiste nel pagamento di somme inferiori dal punto di vista fiscale se si rispettano alcuni requisiti e anche una semplificazione importante dal punto di vista contabile. Introdotto nel 2014 è stato modificato varie volte negli anni con soglie sempre diverse. Una delle caratteristiche più importanti che è bene considerare è il funzionamento di questo regime mediante un coefficiente di redditività. Tale percentuale varia da attività ad attività e non è uguale per tutti. Quindi ogni impresa in base alla propria dimensione può avere dei costi differenti. Tuttavia tutti possono chiedere l’agevolazione dei contributi fino al 35%, un dato molto importante e interessante. Si va dal 40% per industrie alimentari, commercio, ambulanti alimentari, ristorazione e food & beverage in generale al 54% di commercio ambulante di prodotti di vario tipo, all’86% delle attività immobiliari che hanno la soglia massima.

Casistiche in cui conviene aderire al Regime Forfettario

Ovviamente per aderire al regime bisogna essere detentori di partita Iva e svolgere un’attività professionale di tipo autonomo. Non a tutti però conviene scegliere questo tipo di linea, bisogna analizzare due punti importanti per poter decidere: le spese che si sostengono durante l’attività lavorativa e poi la propria situazione economica e patrimoniale.

Per quello che riguarda le spese sostenute è bene chiarire che il reddito imponibile nel caso del regime forfettario non viene calcolato con ricavi meno costi come avviene per gli altri. Ai ricavi infatti che si sono maturati nel corso dell’anno viene attribuito in coefficiente di redditività in base al proprio code ATECO. Questa è una procedura automatica e varia da professione e a professione. Il coefficiente in pratica testimonia il reddito e viene utilizzato per il pagamento dei tributi fiscali. Questo vuol dire però che vengono escluse tutte le spese forfettarie. Il coefficiente ha vari limiti che variano in base al settore di interesse. I ricavi sono stabiliti per tutti allo stesso livello ma la percentuale considerata è diversa.

Per l’aspetto familiare bisogna considerare il proprio reddito e le entrate. Infatti con questo tipo di regime non si possono utilizzare le detrazioni Irpef e quindi soprattutto per chi ha figli a carico non è conveniente perché verrebbero azzerati tutti i vantaggi.

A chi conviene aderire al regime forfettario? In primo luogo a coloro che rientrano a pieno nelle spese massime da sostenere e non che sfiorano i livelli perché potrebbero ritrovarsi fuori per un piccolissimo margine e poi svolgere tutto il calcolo, a coloro che hanno una situazione familiare dove non temono di perdere detrazioni, sconti e deduzioni Irpef. Questo conteggio va fatto in particolare per chi ha un reddito basso, per coloro che hanno figlio o moglie a carico o altre situazioni particolari.

Quali categorie non possono aderire al regime forfettario

Il regime purtroppo non è esteso a tutti. Oltre a dover rispettare tutti i requisiti previsti dalla legge è bene chiarire che ci sono alcune categorie che vengono escluse. In primo luogo non bisogna avere ricavi superiori a 65 mila euro, non è possibile aderire se si lavora nel settore agricolo o ittico, se non si risiede in Italia, se si svolge un’attività di vendita di qualunque tipo a livello di fabbricati, edifici, mezzi di trasporto. Non possono inoltre scegliere il regime forfettario tutte le partite Iva legate a società di persone, associazioni, società a responsabilità limitata e simili. Tutti hanno l’obbligo di registrare acquisti, corrispettivi e fatture, non devono essere sostituti d’imposta e non sono tenuti a comunicare annualmente l’IVA come avviene per le partite Iva comunemente.

Autore dell'articolo: Eleonora