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Amazzonia, la deforestazione non accenna a diminuire

Una notizia alquanto brutta e preoccupante quella che arriva dalla Foresta Amazzonica: il suo tasso di deforestazione è aumentato del 30% negli ultimi anni. Numeri allarmanti e che possono avere notevoli ripercussioni sulla salute dell’uomo in tutto il mondo. Ecco dunque cosa occorre sapere su questa tematica di grande importanza per il futuro del mondo intero.

Cosa serve sapere sulla deforestazione in Amazzonia

Nel periodo tra agosto 2018 e luglio 2019 si è registrato il tasso di deforestazione più alto dal 2018, ovvero quello del 30% relativo alla deforestazione della foresta. Per entrare nel dettaglio si parla di oltre 9.500 chilometri quadrati che sono stati letteralmente distrutti: per farsi un’idea e comprendere l’impatto di una notizia del genere, si può pensare che questa equivale alla superficie dell’isola di Cipro. A effettuare queste rilevazioni è stato l’Istituto Brasiliano di Ricerche Spaziali che da tempo ormai monitora lo stato di salute della Foresta Amazzonica e tiene sotto controllo alcuni parametri molto importanti per il benessere del pianeta. Purtroppo, un grosso limite per il Brasile è la politica adottata dal capo di stato, Bolsonaro, che sta limitando la lotta alla deforestazione. In aumento, infatti, sono i numeri delle persone che commettono crimini ambientali che comportano anche violenze nei confronti delle popolazioni indigene che si trovano nella foresta, abitandola. Tutto questo permette di avere un’idea chiara di quanto la deforestazione sia un bel problema da combattere.

Un messaggio all’Europa: stop all’importazione di deforestazione

Per tutto il mondo deve essere cruciale proteggere quanto più possibile l’Amazzonia. Non soltanto il Brasile, ma anche l’Europa deve dare il suo contributo, magari prediligendo delle normative atte a garantire che il cibo che arriva sulle tavole e i prodotti che vengono introdotti sul mercato non provengano da violenze su natura o sull’uomo. Anche in questo caso, a parlare sono i numeri, dato che l’Unione Europea importa da quest’area enormi quantità di cibo, su tutti la soia e il carne. A più riprese le forze governative europee hanno sottolineato quanto sia importante per il mondo avere cura dell’Amazzonia: l’impatto delle importazioni sia da un punto di vista ecologico, ma anche umano e climatico, non può essere controbilanciato da meri accordi commerciali. Questo tema non può perciò essere marginale e merita di essere all’attenzione di tutto il pianeta così da comprendere l’importanza della Foresta Amazzonica per il benessere dell’umanità.

Accordo Unione Europea-Mercosur: cosa serve sapere

Uno degli aspetti maggiormente equivoci negli ultimi anni è stato l’accordo sul libero scambio tra l’UE e alcuni stati sudamericani, tra cui chiaramente il Brasile, oltre a Uruguay e Argentina. Il problema vero è che questo accordo rischia di diventare un ulteriore elemento a favore delle importazioni: carne e soia potrebbero diventare materia di commercio in quantità ancor più elevate, portando a danni irreparabili per le popolazioni indigene, oltre che per le foreste e anche per il clima. Le foreste dunque, non sono ancora protette in maniera sufficiente, e questa cosa non va assolutamente bene: non bisogna certo dimenticare che distruggere le foreste è l’aspetto che favorisce di più il cambiamento climatica. Senza dimenticare che anche l’estinzione costante di alcune specie animali è causata dall’uomo che non riesce a prendersi cura dell’ambiente in cui vive.

Pensare perciò di avere attenzione per il clima, senza considerare le foreste, è un controsenso assoluto. Le foreste aiutano, per esempio, a catturare una buona parte di anidride carbonica che viene rilasciata in seguito all’emissione di petrolati e gas. Non considerare dei veri e propri polmoni naturali del pianeta, è uno degli errori madornali più grandi che si può fare. Un errore, che sarebbe bene non fare.

Autore dell'articolo: Silvia